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Giorgio Mobili
MISSORI / MISSOURI

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In Missori / Missouri esci dal Bar Sport un mattino d'ottobre, ti infili nel metrò in piazza Missori per ritrovarti, poco dopo, sulla riva del Missouri. Prendi per l'imbarcadero e ti prepari a una notte in ponte, l'orecchio teso al canto delle ultime sirene prima di Long Beach. L'alba si è già portata via le luci del nightclub: forse non dimenticherai la ragazza in blu, ma ormai, a pomeriggio inoltrato, sei caduto prigioniero delle palme di Corona Street, dove ogni cosa sussurra un passato non tuo che tuttavia riconosci, e per cui chiedi perdono. Come i muri di un'anonima stanza d'albergo, i versi di una poesia delimitano un territorio magico di memoria e desiderio in cui le distanze tra tempi e luoghi si annullano, e ciò che è scomparso non va perduto. Ma c'è un prezzo da pagare. Tutto si conserva, ma rigorosamente in ordine sparso. Le storie sopravvivono, ma sono diventate quelle di chiunque.


GIORGIO MOBILI è critico letterario, poeta e traduttore, nato a Milano nel 1973 e residente negli USA dal 1999. Insegna alla California State University di Fresno. È autore di vari saggi e ha pubblicato cinque raccolte di poesia in italiano (l'ultima, Dimenticare un hotel, nel 2020) e una in spagnolo (Ultima salida a Ventura, 2014). Nel 2021 è uscita la sua prima raccolta poetica (e fotografica) in inglese, Sunken Boulevards. La sua poesia è apparsa in numerose riviste sia in Italia che all'estero, ed è stata inclusa nell'antologia bilingue Poets of the Italian Diaspora.

i nodi - 1 - gennaio 2023
pagg. 73, € 13
ISBN 978-88-97490-66-1
La scheda del libro (file PDF)
Le prime pagine (file PDF)
Recensioni




Roma, 25 maggio 2023: presentazione del libro




Maccarese Beach

Sia benvenuto l’ultimo rimesto
di
famuli e padroni
che anche i castrati mimano il vocione
da dietro i paraventi
lacrimogeni...
E mentre aspetti che il roveto bruci
c’è chi per due soldi scalderà i tuoi crucci
sotto il telo
di Maccarese Beach.

Davanti al dito alzato ci arrangiamo
pronti senza pudore
a perdere i sensi, a finire in tivù
all’alba già in ghingheri
per la posterità:
è il grand guignol delle cause al vento
ma non è detto che si diano tutte
appuntamento
proprio qui.

Sogniamo il paradiso di Tahiti
o su una palla d’obice
di sorvolare il souk a Marrakech.
Ci attrae l’immunità divina
di Hammamet...
Ammiccano gli angeli
dalla costa Smeralda, ma il piede
obbedisce al baleno bastardo
sull’eternit
di Maccarese Beach.

Ogni promessa è stata mantenuta
e anche tu saresti in salvo
se il lembo non si fosse sbrindellato:
ora lascia che il sole ciociaro
ti scaldi le ossa...
Si appisola lo spettro di Pier Paolo
sui campi d’oro dietro l’aeroporto
togli la cera, Ulisse:
non canta più nessuno.

Ci ingegnavamo a sostenere tutto
pur mancandoci il fiato
per sviscerarlo a freddo, sotto un melo:
la spiaggia (asserivi contento)
ha una logica in cielo...
Venimmo armati per bruciare i ponti
finimmo ad un revival dei Bisonti
giù alla stazione
di Maccarese Beach.

Ci siamo addormentati sulla sponda
nel mezzo di uno screzio
su come adoperare ciò che resta:
viene l’ora di usare le forbici
di imporre il silenzio...
Mortificato, pigro o impenitente
sai che la somma tornerà ugualmente
senza tanti ritocchi
per la dignità.

Giungemmo a meta su un binario morto
con l’ultima consegna
e un indirizzo cieco sul polsino:
alla fine del mondo
eccoci on the road again...
Dal solco duro delle offerte al mukhtàr
dal lungo addio di Sunset Boulevard
prendi l’uscita
per Maccarese Beach.





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